Volontariato in carcere: testimonianza di Iole Vinciguerra
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Pianeta carcere
Nel nostro pensare comune effettivamente le carceri rappresentano un altro pianeta.
Rimuoviamo questa realtà, è lontana da noi.
Chi ha sbagliato, ovviamente deve pagare, chi è un pericolo per la società, deve essere allontanato. Non abbiamo né competenze né strumenti per avvicinarci a questo mondo. Se ne occupi lo Stato, che deve o dovrebbe garantire la nostra sicurezza.
Da un punto di vista strettamente umano questo modo di pensare non è così consequenziale come appare, infatti, i detenuti prima o poi escono dal carcere e, se non sono stati aiutati ad intraprendere un percorso di redenzione, tornano a delinquere e dunque a danneggiare la società.
Da un punto di vista cristiano poi è ancora più evidente che colui che ha compiuto un reato, anche il più nefando, è una creatura di Dio e Dio in ogni persona lascia il suo segno positivo.
Bisogna aiutarli a scoprire quel seme buono che c’è in loro, bisogna aiutarli a riconoscere il male fatto, il dolore causato e bisogna accompagnarli a intravedere altre strade da percorrere. E questo non può avvenire se la nostra idea di giustizia è solo sanzionatoria. La giustizia umana non può basarsi sulla logica del raddoppio del male. La giustizia è fare un progetto di bene dinanzi al male. La giustizia deve saper dire ciò che è “altro” dal male che è accaduto.