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Anno di Volontariato Sociale
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Nel mondo e per il mondo
Lo sguardo di Caritas e il suo impegno pedagogico provano ad andare anche al di là del territorio della diocesi di Vittorio Veneto. Leggi tutto
Non c'è luogo più povero del carcere: qui alla povertà del denaro si somma la povertà della solitudine, della disperazione.
Ce lo ricorda don Piero Zardo, cappellano del carcere di Santa Bona a Treviso, nella riflessione che offre a Caritas Vittorio Veneto in occasione della Giornata mondiale dei poveri di domenica 19 novembre.
Trovate qui sotto o qui il testo di don Piero, da cui sono tratte anche alcune delle testimonianze contenute nel fascicolo "Hanno molto da insegnarci" che abbiamo realizzato per dare voce ai poveri, sempre in occasione della loro Giornata.
In occasione della Giornata Mondiale dei Poveri indetta da papa Francesco, Caritas Vittorio Veneto ha realizzato un piccolo libretto che dà voce ai poveri. Una serie di testimonianze di persone sole, senza lavoro, senza fissa dimora, senza amici raccolte attraverso gli operatori Caritas ed altre persone che si dedicano ogni giono ai più fragili, E pubblicate con la convinzione che "i poveri hanno molto da insegnarci", come scrive Papa Francesco nella Evangelii Gaudium.
“Da questa esperienza ho capito che per me è fondamentale che tutto quello che faccio abbia un senso. Ho capito che in futuro voglio impegnarmi, in qualche ruolo, nel sociale. Perché è questo che mi fa battere il cuore”.
Una mattina di pochi giorni fa Martina Tormena, 29 anni, coneglianese di Campolongo, fresca di dieci mesi di servizio civile con Caritas in Thailandia, è venuta a trovarci in Caritas Vittorio Veneto. E dopo avere regalato una calamita a forma di elefante, animale tipico locale, al direttore don Roberto, sorseggiando un caffè ha aperto il suo cuore. E ci ha spiegato, con le parole riportate sopra, in che modo il periodo da Casco Bianco Caritas le ha cambiato la vita, e la prospettiva sul futuro.
Nel video che vedete qui sopra ha raccontato come lei e gli altri due Caschi Bianchi Caritas hanno dipinto, e affrescato una parte della “Peace House” in cui si ritrovano per il doposcuola.i bambini della minoranza Moken, detti per il loro passato nomade “zingari del mare”, oggi alle prese con difficoltà economiche e sociali mentre intorno a loro si insedia l'industria del turismo. Al centro dell'affresco un albero, i cui fiori e frutti sono le colorate impronte delle mani dei bambini che ogni giorno arrivno