FedericoMognol“Arrivo a fine giornata e mi sento soddisfatto, mi sento in pace”.

Così Federico Mognol, 23 anni, di Vittorio Veneto, racconta la sua vita quotidiana nel corso dell'Anno di Volontariato Sociale che sta vivendo qui in Caritas.
E quanti altri giovani vivono quella stessa soddisfazione, quella stessa pace, che hanno un gusto ancora più bello se ansia e preoccupazione hanno invaso altre precedenti giornate?
Sono frutti preziosi dell'anno di servizio al prossimo, ma non sono gli unici.

logo“Qui - spiega Mognol - ti abitui a entrare in relazione con persone in difficoltà.
Ti abitui a parlare in pubblico.
Ti danno delle responsabilità, e impari a gestirle”.

Il luogo principale in cui ha fatto crescere queste sue capacità sono state... decine di scuole, dalla primaria alla secondaria di secondo grado, del territorio della nostra diocesi.
“Ho svolto circa un centinaio di laboratori nelle scuole, spiega Federico.
La formazione a bambini e giovani sulle disuguaglianze del mondo, rispetto dell'ambiente, dinamiche dell'economia, migrazioni – lottando, se serve, contro pregiudizi che si assorbono fin da piccoli - è un impegno centrale per Caritas, in particolare attraverso la sua onlus Servitium.

Ma l'Anno di Volontariato Sociale non è solo un'opportunità per insegnare, bensì anche per imparare.

Raccontare ai ragazzi quanto l'acqua è preziosa ha sensibilizzato per primo Federico a non sprecarla.
Guidare quasi ogni giorno il furgoncino Caritas ad un supermercato locale per recuperare merce invenduta, gli ha fatto toccare con mano quanto cibo ancora buono rischierebbe di finire nella spazzatura, e può invece trasformarsi in pranzi e cene per i più bisognosi.

Ed insegnamenti di quelli che ti restano nell'animo, prima ancora che nella memoria, sono arrivati a Federico e agli Avs dalle occasioni di formazione organizzate per loro da Caritas. Lui è stato a Barbiana, ad ascoltare la testimonianza di un alunno di don Lorenzo Milani, poche settimane prima che lì giungesse Papa Francesco; è stato a Marzabotto, nell'appennino bolognese, con come guida un 86enne che fu diretto testimone della carneficina nazista. E questi sono solo due esempi: la formazione corre parallela a tutto l'anno di servizio.

Infine, per 3 sere alla settimana, il giovane vittoriese ha collaborato con le insegnanti del Centro Territoriale Permanente cittadino. “Ho aiutato a insegnare gli italiano al corso pre-a1, cioè a studenti praticamente analfabeti. Soprattutto donne, in particolare di Tunisia, Marocco, Senegal. Ed anche con loro, ci voleva grande attenzione per entrare in relazione”.

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