"Noi dell'Anno di Volontariato Sociale abbiamo incontrato e lavorato con le persone richiedenti asilo o protezione internazionale, ospitate in vari alloggi messi a disposizione da Caritas nel territorio della diocesi di Vittorio Veneto.
Come è stato il rapporto con loro? Mi vengono in mente due episodi dal libro "Il piccolo principe " di Antoine de Saint-Exupéry: quando il piccolo principe incontra la volpe e la addomestica (o si lascia addomesticare da lei?); o quando il piccolo principe si prende cura della rosa (o è la rosa che si prende cura di lui?).
In entrambi i casi la relazione richiede tempo, pazienza, costanza e perseveranza. Le differenze linguistiche e culturali con i richiedenti asilo all'inizio sono state un po' difficili da superare, ma con il tempo e la volontà da entrambe le parti di venirsi incontro, i ragazzi che abbiamo incontrato si sono aperti con noi e ne sono scaturiti bei dialoghi che sicuramente ci hanno arricchiti.
Perché questo succedesse, è capitato di dedicare loro anche del tempo extra rispetto a quello previsto dal progetto: quando li incontravamo per caso lungo la pista ciclabile e si affiancavano a noi per fare un pezzo di strada insieme, per noi era un'occasione piacevole di dialogo e di conoscenza reciproca che li ha spinti in alcuni casi ad aprirsi a noi, confidandoci episodi davvero speciali delle loro vite. La relazione che si è creata a volte è andata oltre l'aspetto professionale e si è avvicinata più a un'amicizia.
I 365 giorni abbondanti vissuti in Caritas sono stati arricchenti in tutti i sensi perché ho guadagnato amici, conoscenze, competenze, professionalità e soprattutto ho sentito il Signore sempre vicino a me a sostenermi.
Ed è cambiato anche il mio modo di relazionarmi con gli altri, con i quali cerco, ancor più di prima, di pormi in una dimensione prima di tutto di rispetto, poi di ascolto attivo e se riesco anche di aiuto. Non è sempre facile ma ci provo.
L'augurio che faccio è: ricordatevi di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri, chiedendo sempre "È permesso?"