haiti arachidi

La chiamavano la Perla delle Antille. Ha spiagge di sabbia sull'oceano, e molto di più: una cultura che riflette la mescolanza di culture (e di religioni) che è nella sua storia, un artigianato di qualità, l'orgoglio, il primo stato del continente ad essersi reso libero, e libero dalla schiavitù.
Eppure tutto quello che si dice di questo paese è: povertà, corruzione,pericoli, catastrofi naturali.
Il paese si chiama Haiti, e Alessandro Cadorin, di Sarmede lavora per cambiare questa immagine a toni cupi e far conoscere di nuovo le bellezze e le ricchezze di questa metà occidentale dell'isola di Hispaniola, nel mezzo del Golfo del Messico.
Ma Alessandro Cadorin non fa marketing.
Alessandro Cadorin lavora ad Haiti per Caritas Italiana, con cui aveva già operato nei Balcani e in Georgia.
E ad Haiti non è facile. Ci sono state le catastrofi naturali: ricordate il terribile terremoto del gennaio 2010? ecco: ce n'è stato un altro, con almeno 11 morti, a ottobre 2018. E c'è l'instabilità politica, dalle proteste per l'aumento del prezzo della benzina agli scandali sintomo di diffusa corruzione politica

haiti1“Ci sono tentativi di fare investimenti, ma la percezione assai negativa, di un paese instabile, rende difficile attrarre stranieri”, commenta Cadorin. “Siamo il paese con meno turisti di tutti i Caraibi, il paese più povero di tutta l'America Latina”. Eccole, le etichette che pesano sul Paese.
Ma lui, Caritas, e tante altre organizzazioni non si arrendono. “Cerchiamo di cambiare l'approccio e di iniziare a puntare sullo sviluppo, ed in particolare sul turismo responsabile. Abbiamo anche un progetto nazionale per rafforzare la rete delle Caritas parrocchiali ed avere più partecipazione alla vita comunitaria, sociale e politica. Per essere attori del cambiamento, non solo beneficiari di aiuto”.
Per uscire dallo stato di emergenza perenne, ma anche dal fatalismo e dalla mancanza di un'idea di bene comune.

Un esempio dei progetti che Cadorn segue? “Nel carcere minorile di Port Au Prince- racconta lui-, la capitale di Haiti, organizziamo corsi di capoeira (la lotta-danza diffusa in Brasile e di radici africane) e di musica. Un modo per insegnare ai giovani educazione, rispetto e disciplina, ma pure per dare una formazione professionale e una possibilità di riscatto”.

 

Nella foto in alto: una piantagione di arachidi piantata, grazie anche a Caritas, attraverso l'istituzione di una banca delle sementi ad Hinche.

Nella foto a destra: Cadorin incontra la Caritas parrocchiale di Kay Jacmel

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