Comunicazione di don Roberto Camilotti, direttore di Caritas Diocesana Vittorio Veneto, alle parrocchie e ai responsabili dei centri d'ascolto

 «Se la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni, non può invece venire meno la dimensione della Carità di cui voi, in prima linea, siete i testimoni nelle e con le vostre comunità». È quanto scrivono, in una lettera inviata ai Delegati regionali e a tutte le Caritas diocesane, il presidente di Caritas Italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, e il direttore, don Francesco Soddu. «Pur con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, - proseguono - senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto, ecc., che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente». Tutto questo ovviamente con piena responsabilità, nel rispetto delle indicazioni e delle misure del Governo di contrasto alla diffusione del virus che, all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione, la Conferenza episcopale italiana ha fatto proprie, rilanciandole.”

Caritas Diocesana di Vittorio Veneto invita le Parrocchie e i Centri di Ascolto presenti sul territorio diocesano a vivere questo momento, faticosissimo per tante persone e famiglie e di dura prova per le Istituzioni, all’insegna di quanto comunicato da Caritas Italiana e sopra riportato. 

coronavirus caritas

 

In particolare: 

1. “Non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri”. Ci viene chiesto di esercitare un discernimento su quelli che oggettivamente sono oggi i “servizi essenziali” che siamo chiamati a svolgere. Il duplice obiettivo è quello di essere al servizio dei poveri e contemporaneamente, di essere estremamente vigili e prudenti sulla necessità di ridurre le occasioni di incontro e di relazione con le persone. Certamente mi sembra necessario che ciascun Centro di Ascolto riduca significativamente i tempi di apertura e di servizio. 

2. “Senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi”. Si devono rispettare le norme, ormai diffuse in vari ambienti, di non introdurre contemporaneamente più persone nello stesso luogo, vale per l’Operatore del Centro di Ascolto come per chi viene a chiedere.  Su questo occorre essere perentori ed esigenti, consapevoli che la superficialità mal si coniuga con l’esercizio della carità. 

3. In questo tempo così particolare e ancora indefinito è importante che Operatori e Volontari Caritas individuino quali attività, servizi e momenti formativi possano essere rinviati ad un futuro che, con tutto il cuore, speriamo migliore del presente e quali invece, sono fortemente richiesti dai tempi. Non si tratta di entrare in una forma di “letargo”, anzi! Sicuramente la crisi e soprattutto il venir meno della frequenza scolastica di ogni ordine e grado mette a nudo bisogni enormi di solidarietà e di servizio. Bisogni ai quali siamo chiamati a rispondere con forme inedite di solidarietà che passano soprattutto attraverso l’esercizio di vivere il buon vicinato, una più estesa e viva rete parentale, lo sguardo capace di cogliere il bisogno anche là dove non è immediatamente palese.  

Una cosa è certa: questo particolarissimo tempo di Quaresima ci porta a riprendere in considerazione quelle nuove forme di Carità che rispondano in modo adeguato ai “segni dei tempi”. Chiediamo al Signore la possibilità di essere uomini e donne che sanno cogliere e contemporaneamente offrire, stimoli preziosi e avviare percorsi di incontro e di condivisione in questo contesto attuale. Qualcuno ha scritto che questo virus ci ha mostrato come “la superficie più contaminata era il nostro cuore. Questo virus… ha fermato il mondo, ci ha costretti a guardarci dentro e intorno. Ci insegnerà tanto. Vedrete...”.

Con una più intensa preghiera personale, un più attento ascolto della Parola che il Signore ci rivolge, una condivisione più trasparente di pensieri e timori che ci abitano, avremo modo di purificare e rendere più fecondo il servizio di Caritas che siamo stati chiamati a vivere dentro le nostre comunità cristiane. 

È anche il mio augurio e la mia preghiera. 

d. Roberto Camilotti, Caritas Vittorio Veneto

 

 

Vittorio Veneto, 11 Marzo 2020 

 

 

 

 

 

ALLE PARROCCHIE

AI RESPONSABILI DEI CENTRI DI ASCOLTO

 

«Se la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni, non può invece venire meno la dimensione della Carità di cui voi, in prima linea, siete i testimoni nelle e con le vostre comunità». È quanto scrivono, in una lettera inviata ai Delegati regionali e a tutte le Caritas diocesane, il Presidente di Caritas Italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, e il Direttore, don Francesco Soddu. «Pur con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, - proseguono - senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto, ecc., che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente». Tutto questo ovviamente con piena responsabilità, nel rispetto delle indicazioni e delle misure del Governo di contrasto alla diffusione del virus che, all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione, la Conferenza episcopale italiana ha fatto proprie, rilanciandole.”

 

Caritas Diocesana di Vittorio Veneto invita le Parrocchie e i Centri di Ascolto presenti sul territorio diocesano a vivere questo momento, faticosissimo per tante persone e famiglie e di dura prova per le Istituzioni, all’insegna di quanto comunicato da Caritas Italiana e sopra riportato.

In particolare:

 

  1. Non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri”. Ci viene chiesto di esercitare un discernimento su quelli che oggettivamente sono oggi i “servizi essenziali” che siamo chiamati a svolgere. Il duplice obiettivo è quello di essere al servizio dei poveri e contemporaneamente, di essere estremamente vigili e prudenti sulla necessità di ridurre le occasioni di incontro e di relazione con le persone. Certamente mi sembra necessario che ciascun Centro di Ascolto riduca significativamente i tempi di apertura e di servizio.

 

  1. Senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi”. Si devono rispettare le norme, ormai diffuse in vari ambienti, di non introdurre contemporaneamente più persone nello stesso luogo, vale per l’Operatore del Centro di Ascolto come per chi viene a chiedere. Su questo occorre essere perentori ed esigenti, consapevoli che la superficialità mal si coniuga con l’esercizio della carità.

 

  1. In questo tempo così particolare e ancora indefinito è importante che Operatori e Volontari Caritas individuino quali attività, servizi e momenti formativi possano essere rinviati ad un futuro che, con tutto il cuore, speriamo migliore del presente e quali invece, sono fortemente richiesti dai tempi. Non si tratta di entrare in una forma di “letargo”, anzi! Sicuramente la crisi e soprattutto il venir meno della frequenza scolastica di ogni ordine e grado mette a nudo bisogni enormi di solidarietà e di servizio. Bisogni ai quali siamo chiamati a rispondere con forme inedite di solidarietà che passano soprattutto attraverso l’esercizio di vivere il buon vicinato, una più estesa e viva rete parentale, lo sguardo capace di cogliere il bisogno anche là dove non è immediatamente palese.

 

Una cosa è certa: questo particolarissimo tempo di Quaresima ci porta a riprendere in considerazione quelle nuove forme di Carità che rispondano in modo adeguato ai “segni dei tempi”. Chiediamo al Signore la possibilità di essere uomini e donne che sanno cogliere e contemporaneamente offrire, stimoli preziosi e avviare percorsi di incontro e di condivisione in questo contesto attuale. Qualcuno ha scritto che questo virus ci ha mostrato come “la superficie più contaminata era il nostro cuore. Questo virus… ha fermato il mondo, ci ha costretti a guardarci dentro e intorno. Ci insegnerà tanto. Vedrete...”.

Con una più intensa preghiera personale, un più attento ascolto della Parola che il Signore ci rivolge, una condivisione più trasparente di pensieri e timori che ci abitano, avremo modo di purificare e rendere più fecondo il servizio di Caritas che siamo stati chiamati a vivere dentro le nostre comunità cristiane.

 

È anche il mio augurio e la mia preghiera.

 

d. Roberto Camilotti, Caritas Vittorio Veneto

 

 

Vittorio Veneto, 11 Marzo 2020

 


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