Un mondo in cui quando un gioco è rotto non lo si butta frettolosamente via, ma si guarda, si smonta, si aggiusta. E se anche poi il gioco non è perfetto, ci si gioca lo stesso.

Un mondo in cui ci si aiuta tra vicini di casa e compaesani, e chi riceve un aiuto economico ha occasione di ricambiare con piccoli servizi, e si riconosce che il primo passo per uscire dalla povertà è l'impegno. Perfino – e sembra di dire una parolaccia- il sacrificio.

Non stiamo descrivendo un mondo dell'altro mondo, né un Veneto contadino di qualche decennio fa.

Stiamo parlando dell'unità pastorale di Mansuè, Basalghelle e Portobuffolè e delle donne e uomini che conosce Giuseppe, referente Caritas in loco (per delicatezza ci chiede di omettere il cognome).

“L'uomo dei balocchi”, lo chiama chi ce lo ha presentato.

Perché a riparare i giochi ci pensa anzitutto lui.

 

Dai negozi di giocattoli dell'Opitergino riceve oggetti che altrimenti finirebbero in discarica. Perché che per loro non varrebbe la pena di riparare, vuoi perché difettosi, vuoi perché le spese di spedizione all'azienda non coprirebbero i costi.

“Qualche volta -minimizza Giuseppe - basta solo un po' di Attak, o mettere una vite. Per le macchine telecomandate: un po' di antiossidante, dei contatti da sistemare”. Se c'è qualche problematica elettronica, ho degli amici che mi possono aiutare”. Per un triciclo di legno, come vedete qui sotto, è servito costruire un nuovo manubrio.

caritas triciclo prima e dopo

Tra i lavori che hanno dato più soddisfazione, un carillon che dopo le sue cure ha ripreso a suonare, melodioso.

carillon mansue

 

Unica eccezione: una pistola giocattolo. A quella la Caritas dice no.

Quello che sembrava “ da buttare” prende nuova vita. E si producono meno rifiuti.

Ma la spirale virtuosa non si ferma qui.

caritas mansue scaffale giochiQuando la Caritas dell'unità pastorale, nella sua sede attigua alla canonica di Basalghelle, distribuisce borse della spesa o apre il suo magazzino dell'abbigliamento usato, spesso si presentano famiglie al completo, con figli piccoli al seguito.

Ad ogni bambino, i volontari Caritas regalano un piccolo gioco : un modo per esprimere accoglienza.Li prendono dallo scaffale che vedete qui a lato.

Per i giochi di maggior valore (i volontari Caritas hanno rimesso in sesto perfino un drone!), invece, il centro Caritas chiede alle famiglie piccoli contributi: pochi euro, niente rispetto al prezzo di negozio. Ma sufficiente a ricordare il valore dell'oggetto.

E soprattutto – terzo livello della spirale- il ricavato di quei giochi aggiustati a costo zero si usa per acquistare alimenti per le famiglie in difficoltà, legna o pellet per il riscaldamento invernale delle loro case, o altri aiuti economici.

Il passo successivo, coerente con lo stile di Caritas, è che il bene genera altro bene, e che anche chi riceve aiuto ha risorse da offrire. “Coinvolgiamo le persone che seguiamo nelle nostre attività e manifestazioni”, spiega Giuseppe. Eventi – dai tornei di burraco al volontariato per gli eventi di Portobuffolè a tutto quello che pre-pandemia era possibile- che sono anche occasioni per coinvolgere tutta la comunità locale.

“Crediamo molto nell'aiuto del vicino di casa - è lo stile-. Puntiamo a responsabilizzare i nostri paesi. Bussiamo a tutte le porte”.

Qualche esempio? Il nostro interlocutore ne snocciola a raffica.

Le insegnanti delle scuole d'infanzia segnalano i bambini con difficoltà economiche, e con discrezione Caritas paga loro la mensa; da Basalghelle è arrivata alla Caritas una busta con 2000 euro, e così si è potuta fare l'intera dentiera ad una donna in difficoltà, grazie anche al dentista che ha lavorato quasi gratis; Caritas paga libri e corriera ad alcuni studenti che vanno alle superiori; un quartiere di Mansuè ha donato a Caritas scorte di alimenti buone per 3 mesi di spesa delle famiglie in difficoltà; l'Avis comunale ha scelto di dare una mano. E ogni 2 mesi, costantemente, arriva in parrocchia una busta con 30 euro di offerta per Caritas, segno di chi probabilmente ha un cuore più ricco del suo conto corrente.

Fondamentale è anche la collaborazione con le istituzioni: ogni anno Caritas incontra parroci e sindaci per capire insieme chi e come aiutare.

Ma all'aiuto deve rispondere la responsabilità. “In questi 15 anni di Caritas – racconta Giuseppe -, ho visto tante famiglie trovare lavoro. Alcune poche, invece, si aspettano di venire aiutate. Vivono senza un obbiettivo nel presente, ma così c'è poco da sperare che escano dalle difficoltà. Noi proviamo a spiegare loro che con il sacrificio e la volontà qualcosa si può fare. Magari, se sei uno studente, lavorando nei fine settimana”.

Se qualcuno ha giochi da donare, o può aiutare ad aggiustarne, o vuole sostenere i progetti, può contattare il referente Caritas per Mansuè, Portobuffolè e Basalghelle al 333 5053697
INFOGRAFICA CARITAS MANSUE

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