268 volontari nelle 12 foranie della Sinistra Piave protagonisti delle tesi in statistica all’Università di Padova di Giuseppe Biasion e Annalaura Isolati. Il 75% dei volontari ha più di 61 anni, il 75% è donna, il 61% fa volontariato anche altrove

Una presenza capillare sul territorio, fedeltà al servizio e soddisfazione nell’aiutare gli altri… sono questi alcuni dei temi che emergono dalle due tesi di laurea all’Università di Padova sui volontari in servizio presso la Caritas della Diocesi di Vittorio Veneto.
Ne sono autori Annalaura Isolati, di Lonigo (Vi), e Giuseppe Biasion di Piove di Sacco (Pd): per entrambi a fare da relatrice è stata la professoressa Mariangela Guidolin, di Sacile (Pn), docente del dipartimento di Statistica dell’Università di Padova.

“Identificazione e ritratto dei volontari di Caritas Vittorio Veneto: un’analisi per la definizione anagrafica, morale dei volontari e sulla percezione del proprio servizio” il titolo della tesi di Isolati. “Un’analisi statistica sulla figura del volontario di Caritas Vittorio Veneto”, il titolo della tesi di Biasion, che ha analizzato nel dettaglio i 268 questionari compilati da altrettanti volontari Caritas nelle 12 foranie della Diocesi di Vittorio Veneto.

Biasion ha presentato i risultati della ricerca martedì 20 aprile in una videoconferenza con Caritas e con i volontari (qui le slide della presentazione).

Dati che raccontano il servizio verso il prossimo da un punto di vista anagrafico, numerico, ma soprattutto valoriale: approfondendo e delineando la figura del volontario e le motivazioni che lo spingono a dedicare parte del suo tempo agli altri.
Per Caritas Vittorio Veneto rappresentano uno spaccato della realtà attuale all’interno della diocesi, ma sono numeri che consentono di ragionare anche in ottica futura.

I dati

Uno dei dati più indicativi che emerge dalla ricerca di Biason è relativo alla capacità di Caritas Vittorio Veneto di fidelizzare i propri volontari senza assolutamente trascurare l’affiliazione di nuove persone. Se infatti sono oltre 100 quelli che svolgono servizio da 10 o più anni, sono più di 150 quelli che sono entrati a far parte di Caritas nell’ultima decade.

Questa capacità di “reclutare” nuovi volontari deriva anche dalla estrema capillarità sul territorio di Caritas. Tutte le foranie sono infatti rappresentate, in relazione alla propria popolazione, da un buon numero di volontari. Se infatti quelle di Conegliano, La Colonna e l’Opitergina possono contare su oltre 40 volontari, anche le più piccole fanno affidamento su 10 o più volontari.

Il servizio in Caritas Vittorio Veneto è un’esperienza molto positiva per la maggior parte degli intervistati: infatti quasi la metà (il 47%) ha risposto con il massimo punteggio alla domanda sulla soddisfazione relativa alla propria attività di volontariato (il totale dei voti positivi si attesta intorno al 95%).
Nonostante ciò è alta la percentuale di chi desidererebbe alzare il livello del proprio servizio attraverso attività di formazione e confronti costruttivi (necessità mostrata con voti più o meno alti da oltre l’85% del campione).

Le motivazioni del servizio?

Ma cosa spinge le persone a diventare volontari Caritas? Il 49% sceglie questo servizio per “essere utile”, il 24% come “missione”, mentre il 15% per “aiutare i poveri”.
I volontari stessi ritengono poi che l’adesione a Caritas debba basarsi principalmente su motivazioni come l'aiuto verso il prossimo (45,5%), dovere e sentimento cristiano (28%) e valori di giustizia ed uguaglianza (15,6%).

Tra le parole poi che sono emerse con maggior frequenza in una domanda aperta relativa alle motivazioni del servizio, i volontari hanno usato principalmente i termini "aiutare" ed "essere", seguiti da "persone", "prossimo" e “fare”... ad ulteriore dimostrazione di una grande voglia di operare al servizio degli altri in maniera concreta.

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I volontari Caritas e l’impegno nelle parrocchie

Dalla ricerca sui volontari di Caritas Vittorio Veneto è emerso un altro dato che può far sorridere le realtà del territorio: dei 268 intervistati infatti, ben 163 svolgono almeno un altro servizio.
A giovarne sono principalmente le parrocchie, in misura minore ci sono poi le case di riposo e le associazioni.
Lo studio dimostra un importante l’impegno, in termini di ore dedicate al servizio, sia in Caritas che nelle parrocchie: il 56% dei volontari, infatti, impegna al mese tra le 6 e le 20 ore per le attività Caritas, una percentuale simile (il 58%) dedica al volontariato in generale tra le 11 e le 30 o più ore.
Una dimostrazione concreta di come l’impegno per le persone svantaggiate del territorio e per la propria parrocchia sia importante per i volontari.

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Uno spaccato sul volontariato in Caritas

“Sono numeri importantissimi - sottolinea il presidente di Caritas Vittorio Veneto don Roberto Camilotti - che ci dimostrano l’impegno sul territorio e la forza dei valori che muovono il nostro operato.
Ma dato che le ricerche servono per partire e non per arrivare, è altrettanto importante analizzare tutti gli aspetti e capire come si possa migliorare in futuro”.
La fascia d’età più rappresentata è infatti quella degli over 71 (28%) e il 72% dei volontari è pensionato. “Questi numeri - continua - sono per noi un importante segnale della direzione da intraprendere: se infatti è naturale che con la pensione le persone riescono con più facilità a ritagliarsi del tempo per aiutare gli altri, è anche importante lavorare per coinvolgere i più giovani e le persone che lavorano, perché la gratuità dovrebbe essere una costante della vita".
Sulla stessa linea gli interventi dei volontari.
Eleonora Soppelsa, della forania di Conegliano, individua l’ultimo anno come un periodo di grande rinnovamento per il volontariato Caritas: “Il periodo covid è stato per me positivo sotto l’aspetto del servizio, perché ha permesso di ripensare, riorganizzare e rivedere alcune cose che erano fissate da anni. Ha fatto inoltre avvicinare diversi giovani, anche di ambienti culturali diversi, ma che condividono la voglia di aiutare il prossimo e provare a cambiare il mondo.
Anche se piccole, le esperienze che hanno fatto quest’anno genereranno qualcosa di positivo, dentro o fuori da Caritas”.
Mariano Pizzinat, di Caritas Opitergina, insiste sulla necessità di investire tempo ed energie sui più giovani, “incontrandoli già nelle scuole elementari, a catechismo, seminando qualcosa che poi potremo raccogliere negli anni a venire”.

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La collaborazione con l’Università di Padova

“È stata un'opportunità utile e preziosa anche per noi, ci è piaciuto mettere la nostra scienza al servizio di Caritas. - dice la professoressa Mariangela Guidolin - Ma tutto questo sarebbe stato impossibile senza la disponibilità dei volontari Caritas a rispondere ai questionari che hanno garantito la qualità del dato statistico da analizzare”.

“La ricerca del dottor Biasion si è conclusa a marzo 2020, appena prima del lockdown: proprio il lockdown ha evidenziato ancora di più l'importanza del volontariato”.

La collaborazione tra Caritas e Università di Padova è iniziata nel 2018 con la tesi della dottoressa Francesca Bosin che analizzò i dati sulle richieste presentate ai centri d’ascolto della Caritas.

 

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