Francesca, piccola apostola della carità, vive e opera presso La Nostra Famiglia di Conegliano e quotidianamente è a contatto con l'esperienza della disabilità. Ma ci offre uno sguardo contemplativo su una carità feconda: quella di madri che, pur nelle difficoltà, danno tutto sé stesse per amore dei figli.

Ho sempre pensato alla persona di Gesù Cristo come una figura "on the road", capace di "stare" sulla strada con grande presenza e spessore. È una convinzione che non mi abbandona e che negli anni ha trovato sempre più conferme approfondendo e abitando la Parola.
Gesù ha sempre privilegiato le relazioni, è andato a cercare soprattutto quelli più lontani, quelli etichettati dalla gente per bene, quelli esclusi, le persone emarginate… ma in fondo, pensandoci bene, corrispondono anche a quelle parti di noi più nascoste, recondite, inesplorate, poco abitate.

Gesù mette in luce, dà parola, riporta in vita, sa ascoltare sempre e tutto con grande rispetto della libertà umana, aggirando tranelli e doppi sensi.
Gesù è uomo libero ed ha avuto ed ha ancora la straordinaria capacità di ridare bellezza a ciascuno e di far ritornare ognuno alla propria verità interiore. La mia esperienza lavorativa e di vita con madri e famiglie di bimbi disabili, in tanti anni, mi ha accostata ad un mondo che apparentemente sembra solo di limite e sofferenza. Eppure queste donne (come il versetto ricordato nel discorso di Papa Francesco Mc 14.6 "lasciatela stare… ha compiuto un'azione buona verso di me") sanno andare oltre e soprattutto vedere un oltre di grande significato, quel significato che molte altre persone on percepiscono.

Non è questione di visibilità, intelligenza, capacità o furbizia, anzi, Gesù in persona sgretola tanta ipocrisia e tanta saccenza per riportare allo splendore tutto e tutti.
Non è semplice "rimanere a questa scuola" come non è facile "rimanere" accanto a persone limitate, disabili, inermi, insignificanti al mondo… eppure personalmente ho trovato un grande tesoro. Queste madri, queste donne, come tutte le donne del mondo rimangono per tutta la vita generative nel cuore e la loro capacità di essere esempio e strada per altri non si esaurisce mai. Insegnano la "fecondità dell'esserci" (la definirei così) incontrando a muso aperto le cose che capitano, cioè tutte le pieghe della vita, senza sottrarsi e senza saltarle piè pari. C'è un'intelligenza dell'amore che non ha bisogno di essere né spiegato né imparato. C'è e si sente. Si parla di amore sconfinato che non teme i giudizi, che sembra perdersi invece si
moltiplica, così libero da essere sovrabbondante e inebriante, è un amore che sfida tutto.

Proprio così, come quello incarnato da Gesù Cristo, ecco cosa sanno essere queste donne e tutte le donne in generale: amore nudo e crudo. Vorrei azzardare (ma lo percepisco come verità profonda) che queste donne "conoscono Dio" attraverso un'esperienza diretta di incontro nella vita e nella quotidianità che si trovano ad abitare. Forse per alcune di loro non è così immediato e diretto il filo con un altro, anzi molte volte viene identificato come fonte di incredulità alla situazione che vivono: eppure i loro gesti e il loro amore riversato immensamente sui figli (e non solo) dice molto di un Dio segreto e custodito.

È un Dio inscritto nelle loro vite, espressioni teologiche massime, non sulla carta ma nella carne, proprio come Gesù Cristo incarnato nella storia. Personificano il Divino fino a renderlo leggero, spettacolarmente intuibile, al di là di simbologie, riti, rituali, leggi, al di là dei luoghi di culto o dei luoghi comuni della religiosità. Le donne, Dio, ce l'hanno in grembo e da sempre lo generano con la loro creatività, appunto, con l'intelligenza dell'amore.

"Lasciatela stare… ha compiuto un'azione buona verso di me"… Gesù e la donna entrano in profonda sintonia, quella parte che appartiene a tutti, quella parte che ci rimette in contatto con la nostra vita e con quella del mondo e del creato.
Solo così possiamo incontrare veramente il fratello e la sorella che camminano accanto a noi non solo al nostro stesso passo, ma soprattutto ad andature differenti.

Francesca Villanova
Piccola Apostola della Carità

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