‘L’anello debole’: è questo il titolo scelto da Caritas Italia per il ventunesimo rapporto sul tema della povertà ed esclusione sociale presentato la scorsa settimana in occasione della Giornata internazionale della lotta alla povertà. L’edizione 2022 dello studio si è composta grazie ai dati raccolti dalle statistiche ufficiali sulla povertà e da quelli raccolti dai 2800 Centri di Ascolto di Caritas distribuiti su tutto il territorio italiano nel corso dello scorso anno.

In particolare, dalle statistiche ufficiali è emerso come nel 2021 la povertà assoluta abbia toccato i massimi storici raggiunti nel 2020. Nel concreto, a vivere in uno stato di povertà sono 1 milione e 960 mila famiglie, ovvero 5.571.000 persone, il 9,4% della popolazione residente. Da qui sono poi emerse altre due considerazioni, ovvero di come la questione sia più accentuata per la fascia dei minori (14,2%), seguita a ruota da quella 18-34 anni (11,4%) e 35-64 anni (11,1%), e di come, inoltre, il Mezzogiorno risulti essere la zona d’Italia più colpita. Tra 2020 e 2021 l’incidenza della povertà è cresciuta soprattutto per le famiglie composte da quattro persone, per famiglie nelle quali le persone di riferimento hanno un’età compresa fra 35-55 anni, bambini fra 4 e 6 anni, per famiglie straniere e quelle con almeno un reddito lavorativo.

Il quadro sul tema della povertà è stato poi arricchito con le informazioni raccolte dai 2800 centri di ascolto di Caritas Italia che lo scorso anno hanno aiutato 227.566 persone, +7,7% rispetto al 2020, con 1 milione e 500 mila di interventi di diverso tipo attuati. Dal 2020, in chi si rivolge a Caritas, è cresciuta l’incidenza delle persone straniere che ha toccato il 55%, in prevalenza residenti nelle regioni del nord-est e nord-ovest; per Sud e le Isole invece si è trattato per lo più di cittadini italiani. L’età media dei beneficiari si è attestata attorno ai 45,8 anni di media. Più in generale lo scorso anno è cresciuta la correlazione fra lo stato di povertà e lo stato di istruzione dal momento che, secondo i dati raccolti tramite i centri d’ascolto, si è passati dal 57,1% al 69,7% di persone che possiedono al massimo la licenza media. A questo si è aggiunto poi il fatto che la fragilità anche in campo lavorativo sia conseguentemente aumentata toccando il 47,1% (+6,1% rispetto al 2020) di persone disoccupate o inoccupate. Nel 2021 il 54,5% delle persone che si sono rivolte a Caritas ha poi dichiarato di avere due o più ambiti di bisogno.

Caritas Italia, assieme a questo rapporto sulla povertà, ha scelto inoltre di portare avanti altri due studi per, da un lato, quantificare le situazioni di povertà ereditaria nel nostro paese, dove è emerso che se nelle isole e nella zona centrale della nostra penisola la situazione sia più marcata e come a nord-est e a sud ci sia invece un’alta incidenza di poveri di prima generazione, e dall’altro andare a capire come in 10 diversi paesi europei dove vivono famiglie in situazione di fragilità e povertà che entrano in contatto con la stessa Caritas, sia gestito il passaggio dalla scuola al lavoro.

Nella parte finale del rapporto infine, dopo aver studiato e analizzato il problema, Caritas ha esplicitato delle proposte per poter migliorare la situazione di povertà. Nell’ultimo capitolo infatti è evidenziato come il Reddito di Cittadinanza, una misura di contrasto alla povertà, sia attualmente percepita da meno della metà dei poveri assoluti, solo il 44%, e per questo sia fondamentale che si capisca come poter invece raggiungere tutte le persone che vivono in una situazione fragile. Inoltre Caritas ritiene urgente ampliare i processi di inclusione sociale ad esempio migliorando la presa in carico dei soggetti in modo più proficuo dai comuni e suggerisce di porre una maggior attenzione ai programmi come “Garanzia di Occupabilità Lavoratori”, pensato per costruire percorsi di occupabilità rivolti a disoccupati, lavoratori poveri e fragili e beneficiari di Reddito di Cittadinanza.

Clicca sul link per leggere il rapporto completo di Caritas Italiana

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