Dopo sei anni di attività, la cooperativa sociale Terramica andrà progressivamente a chiusura a partire dal mese di maggio.
Nata nel 2018 sull’eredità della maestra Maria Bertacchini di Mansuè che aveva vincolato il suo lascito a progetti di natura sociale, la cooperativa Terramica era stata fin da subito il modo concreto attraverso cui la Caritas diocesana aveva dato attuazione a questo desiderio.
Fin dall’inizio è stata chiara anzitutto la vocazione agricola di questa cooperativa e, allo stesso tempo, l’obiettivo di favorire attraverso il lavoro nei campi l’inserimento di persone segnate dalla fragilità per dare loro dignità, autonomia, riscatto sociale. Così è stato: sia attraverso il lavoro di persone assunte, sia attraverso l’attivazione di tirocini professionalizzanti o di contrasto all’abbandono scolastico, l’attività sociale di Terramica si è contraddistinta per il suo apporto di valore al territorio, in collaborazione con le istituzioni e grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. A ciò si aggiunge anche l’attività di housing sociale che è stato possibile realizzare nelle strutture abitative messe a nuovo.
Terramica si è fatta conoscere ai più attraverso il suo punto vendita a Mansuè, per le attività correlate in Casa dello studente a Vittorio Veneto, per la sua presenza ai mercati di Treviso e Oderzo, facendosi apprezzare per la qualità delle sue produzioni di ortaggi e di trasformati, ulteriormente qualificati dalla scelta della cooperativa di coltivare i suoi prodotti con il metodo biologico. L’entusiasmo che ha caratterizzato l’azienda in questi anni insieme ai suoi operatori e volontari, nonché le aspettative suscitate nel territorio per una realtà che aveva cominciato davvero a farsi apprezzare, devono fare i conti tuttavia con una gestione economica non sempre facile e a tratti critica: lavorare in progetti sociali senza poter contare su finanziamenti stabili e duraturi da parte degli enti pubblici non consente purtroppo la parità di bilancio. Si è così reso necessario ripensare complessivamente il progetto per garantire da un lato la continuità dell’opera che è stata attuata in questi anni e, dall’altro, la sicurezza economica che possa consolidare l’attività e dare una prospettiva di continuità nel tempo.
“Terramica 2” con nuovi partner
Sulla base di queste considerazioni, desideriamo quindi lanciare il progetto “Terramica 2”. Sarà sempre gestito dalla Caritas diocesana, quale garante a nome della Diocesi della continuità del progetto e della fedeltà alle disposizioni testamentarie della maestra Bertacchini, ma prevederà l’ingresso di altri partner per la realizzazione degli obiettivi individuati. Sono due, in particolare, i pilastri su cui si intende costruire il progetto, che sono in piena continuità con quanto realizzato dalla cooperativa Terramica in questi sei anni: l’attività sociale a favore di persone svantaggiate, e l’agricoltura connessa all’attività di agricoltura sociale.
Nello specifico, si sta costruendo il rilancio di “Terramica 2” insieme a una realtà dell’Opitergino che possa avviare una comunità residenziale per persone fragili, mentre per la parte agricola sono in corso delle interlocuzioni con altre cooperative che possano garantire una gestione ottimale sia dei campi che delle serre attualmente in uso. La complessità del progetto “Terramica 2”, vista anche la pluralità di attori coinvolti, non consentirà di partire immediatamente dopo la chiusura dell’attuale cooperativa: serviranno alcuni mesi di chiusura per poter mettere delle basi consolidate in vista del futuro. Probabilmente si parlerà quindi del 2025 come orizzonte per la nuova partenza di “Terramica 2”, mentre per l’estate di quest’anno contiamo sulla collaborazione di alcuni volontari per una gestione minimale di campi e serre, continuando comunque l’attività di housing sociale con gli ospiti tuttora accolti nella struttura.
Don Andrea Forest
presidente cooperativa
Terramica e direttore della
Caritas diocesana