Sta continuando a delinearsi nei suoi aspetti concreti il progetto “Terramica 2”, curato dalla Caritas diocesana di Vittorio Veneto, insieme a Fondazione Caritas Vittorio Veneto Onlus e Fondazione Moro, quest’ultima di Oderzo. La direzione in cui si sta lavorando è quella presentata lo scorso 27 giugno da don
Andrea Forest (Caritas diocesana e Fondazione Caritas) e Daniele Orlando (Fondazione Moro) nel contesto della riunione tenuta presso la biblioteca comunale di Mansuè, rivolta a tutta la cittadinanza e a quanti fossero comunque coinvolti e interessati.
“Terramica 2” nasce dopo che a fine maggio è stata chiusa l’attività della cooperativa sociale Terramica, a sua volta nata per desiderio della Caritas diocesana per dare attuazione alle volontà testamentarie della maestra Maria Bertacchini, che chiedeva alla Diocesi di Vittorio Veneto di impiegare il proprio lascito a favore di persone svantaggiate del territorio. Nacque così la cooperativa sociale per accogliere persone in difficoltà a cui restituire dignità e sicurezza economica attraverso il lavoro nei campi, e precisamente nella coltivazione di ortaggi. Dopo sei anni di attività della cooperativa, in cui sono stati lanciati anche diversi progetti di agricoltura sociale coinvolgendo complessivamente circa una sessantina di persone, diverse istituzioni e altre aziende agricole, si rendeva necessario un cambio di passo per potenziare gli aspetti legati all’accoglienza delle persone e per garantire una maggiore sostenibilità economica.
Dopo due anni di studio della situazione e di valutazioni, si è quindi deciso di terminare l’esperienza della cooperativa per rilanciare il progetto sugli stessi valori e obiettivi sui quali Terramica aveva prodotto ottimi risultati. È così che è nato il progetto “Terramica 2”, sempre a guida della Caritas diocesana di Vittorio Veneto, che si fa garante dell’esecuzione delle volontà testamentarie del lascito (una unità abitativa e circa 5 ettari di terreno), con il duplice obiettivo di accogliere persone in situazione di fragilità e avviare percorsi di agricoltura sociale mettendo a frutto l’ampio fondo agricolo e le serre già attrezzate.
Sulla scia del primo obiettivo – l’ospitalità di persone in condizione di vulnerabilità – nascerà una comunità residenziale per minori, gestita dalla Fondazione Moro, con sede a Oderzo, che da oltre un secolo si occupa di progetti legati all’educazione di bambini e ragazzi, e che da qualche anno ha aperto una comunità diurna per ragazzi presso la canonica di Lutrano.
Per quanto riguarda invece il secondo obiettivo – valorizzare serre e terreni con progetti di agricoltura sociale, tirocini, buone pratiche di sostenibilità ambientale – non sono ancora stati definiti dei passi concreti, ma sono già state raccolte parecchie idee e qualche disponibilità da parte di aziende agricole disposte a collaborare; in ogni caso è stato costituito presso la Caritas un gruppo di lavoro che si sta trovando proprio in queste settimane per meglio definire questo aspetto.
La vivacità che si respira fa ben pensare, anche se per entrambi gli obiettivi richiamati ci vorranno i tempi tecnici necessari, dovendo attendere comunque il 2025 per vedere i primi segni di attuazione. Tuttavia, come ha ricordato don Andrea Forest al termine dell’incontro di presentazione di “Terramica 2” a fine
giugno, vale la pena allenare lo sguardo alla speranza e al futuro: “Anche se in questi mesi sentiremo un po’ di nostalgia vedendo tutto fermo a Terramica, sappiamo che non si tratta del silenzio del deserto, ma di un seme nascosto che sta preparando i giorni di una nuova nascita per ridare vitalità al bene”.