Qualche giorno fa, il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, ha firmato il nuovo statuto della Caritas Diocesana di Vittorio Veneto.

Nel nuovo statuto, composto da 18 articoli, sono descritti i principi fondamentali che muovono l’azione di Caritas Vittorio Veneto sul territorio e tutte le attività che sono ad essa collegate.

Il rinnovo di questo documento si è reso necessario poiché, come ben sottolineato nel documento firmato dal vescovo, Caritas è “un organismo pastorale il cui fine è la promozione della testimonianza della carità nella Chiesa particolare in forme consone ai tempi e ai bisogni, nella prospettiva dello sviluppo integrale dell’uomo e della giustizia sociale”.

All’interno dello Statuto, all’articolo 1, è poi ben argomentato l’identità e la missione di Caritas di cui si riporta un passaggio:

  • “La Caritas diocesana è quindi chiamata ad accogliere le direttive del Vescovo e ad agire in sinergia con gli altri Uffici pastorali, occupandosi in particolare di sensibilizzare le comunità cristiane a vivere e testimoniare la virtù fondamentale della carità, nonché promuovere ed educare a stili di vita in sintonia con il Vangelo, secondo quella “prevalente funzione pedagogica” ed educativa (cfr. Statuto Caritas Italiana, art. 1) che sente come sua missione principale. Essa riconosce che “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Gaudium et Spes, n. 1). Essa inoltre ha ben presenti i valori della giustizia e della pace, tratti caratteristici del Regno di Dio, desiderando dare ad essi attuazione sia a livello locale che mondiale”.
  • “Consapevole dell’efficacia della “pedagogia dei fatti”, la Caritas diocesana non si limita a proporre in astratto i propri ideali, ma desidera incarnarli e testimoniarli attraverso le sue “opere-segno”, con attenzione particolare alle situazioni sociali, ai bisogni della persona umana e al suo sviluppo integrale, con una “opzione preferenziale per i poveri” (cfr. Francesco, Evangelii Gaudium, nn. 198-199). Seguendo la via degli ultimi, la via del Vangelo, la via della creatività (cfr. Francesco, Discorso per i 50 anni di fondazione di Caritas Italiana), essa desidera quindi trovare forme e modi sempre nuovi per testimoniare la fede nel Signore risorto, coinvolgendo i “poveri” come soggetti protagonisti della propria azione e non semplicemente come beneficiari di un servizio.
  • “La Caritas diocesana riconosce infine la sua vocazione nell’“offrire all’uomo contemporaneo non solo aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell’anima” (Benedetto XVI, Intima Ecclesiae Natura, proemio), ed è impegnata ad assistere spiritualmente quanti coinvolge nel proprio operato. Per questo essa si impegna a coltivare una spiritualità della povertà, dell’essenzialità evangelica, della condivisione e dell’accoglienza”.

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