Nella giornata di oggi, domenica 29 dicembre, in tutta Italia e anche a Vittorio Veneto è avvenuta l’apertura dell’Anno Santo.
Un momento molto partecipato da tutti i fedeli, circa 500 le persone presenti, presieduto dal vescovo Corrado che, ha aperto l’anno giubilare presso il Campus San Giuseppe dove si è svolta la liturgia della parole con la lettura di alcune parti della bolla del Giubileo, “Spes non confundit”.
In cattedrale si è poi svolta il resto della celebrazione dopo un breve processione fra i due spazi.
Nel corso dell’omelia, mons. Pizziolo, ha spiegato gli aspetti più importanti di questo Giubileo che invita a farci pellegrini di speranza.
“Uno degli aspetti fondamentali del Giubileo – ha esordito - è il pellegrinaggio. Fare un pellegrinaggio non significa fare una gita, non è fare semplicemente un cammino religioso ma è un’esperienza di fede che comporta la dimensione devozionale e penitenziale. Il pellegrinaggio è un’esperienza umana che le religioni hanno assunto in maniera diversa. Il pellegrinaggio cristiano ha una sua originalità e una sua storia. Ha preso forma come modo per realizzare il cammino di conversione, adesione a Cristo e crescita spirituale in cui consiste la vita cristiana per liberarsi dalle tentazioni del mondo e vivere più intensamente le esperienze della vita cristiana. Un motivo di crescita e maturazione nella fede, spirituale. Più tardi ha assunto il significato di pratica per fare penitenza dei propri peccati".
Il vescono ha poi aggiunto: "Le dimensioni devozionale e penitenziale permangono tutt’ora nella pratica del pellegrinaggio e comportano un atteggiamento interiore che è quello della speranza. Il pellegrino è mosso da un atteggiamento di speranza". "Si partecipa ai pellegrinaggi - ha sottolineato - sostenuti dalla speranza di condividere e partecipare a questa esperienza in modo che la nostra fede siano aiutate e sostenute, fatte crescere".
In un altro passaggio dell'omelia ha poi aperto una finestra sull'appuntamento del Giubileo: "Il pellegrinaggio nella sua forma devozionale è certamente esperienza di speranza, ma ancor di più lo è il pellegrinaggio come forma di penitenza perché è mosso e sostenuto dalla speranza che la misericordia del Signore non si stanchi di me e continui a perdonarmi, ad offrirmi un rinnovamento interiore di cui ho bisogno aldilà del perdono".
"Queste esperienza sono quanto mai attuali anche oggi […] Ciò di cui abbiamo realmente bisogno è la certezza di una rinnovata fiducia da parte del Signore, la certezza di una rinnovata misericordia nei nostri confronti. Solo così potremo ritrovare le ragioni per continuare a sperare, per continuare ad andare avanti senza perdere la fiducia. In questo senso il pellegrinaggio giubilare è quanto mai attuale anche oggi. […] Abbiamo bisogno anche noi che il Signore ci dica una parola di perdono".
Foto di copertina de L’Azione