Arrivano da Bor, quartiere di Bissau, capitale della Guinea Bissau tre nuovi progetti che la Caritas Vittorio Veneto ha scelto di sostenere.
Arrivano grazie a Gianfranco Zanon, vittoriese, chirurgo, oggi direttore del dipartimento di salute della donna e del bambino all'Università di Padova, e a sua moglie Giuseppina Torcaso, direttore sanitario dell'ospedale pediatrico São José em Bôr. Vedete nelle foto qui a fianco l'ospedale e i coniugi Zanon Torcaso.
Ecco i progetti. Per saperne di più, o per dare il vostro contributo, contattateci: 0438 550702, cQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
1.La povertà non ha età
Un bambino malato spesso è un bambino povero. Un bambino malato povero spesso è il figlio di una mamma povera e ammalata. Spesso di tubercolosi. Il progetto cerca le risorse per garantire consulenze, esami, farmaci e pasti anche alle mamme che accompagnano i bambini in cura all'Ospedale pediatrico di Bor. Per garantire, oltre alla salute, anche la dignità di chi vive la propria povertà come la più vergognosa e meno curabile delle malattie.
2.Formazione continua personale infermieristico
Serve un infermiere esperto per una formazione globale agli infermieri guineani, che dalle scuole locali ricevono conoscenze non sufficienti. Per garantire la qualità del servizio anche quando gli infermieri volontari italiani non ci sono, e per creare cultura infermieristica che si consolidi e si trasmetta.
3.Adozioni universitari
Pagare la retta universitaria a19 studenti della facoltà di scienze della formazione e 20 della facoltà di economia dell'Università Cattolica di Bissau, da accompagnare per i 4 anni del corso di laurea che altrimenti non potrebbero permettersi.
I progetti 2 e 3 saranno alimentati anche attraverso le offerte al Fondo Don Milani istituito dalla Caritas diocesana, all'altro Caritas devolverà parte delle offerte per l'Africa e la fame nel mondo, un piccolo ma costante flusso di generosità.
Qui sotto un video amatoriale che ci porta, tremolante ma emozionante, tra le stanze dell'ospedale di Bor.