Non è solo uno stereotipo: Italia è anche pizza. La pizza fa parte del modo di vivere, della cultura e dell'economia: ci sono dietro competenze e porta con sé posti di lavoro. Ecco allora che la Caritas diocesana di Vittorio Veneto ha proposto un minicorso di pizzaiolo a sei uomini, cinque senegalesi e un afgano ospiti del suo appartamento solidale a Motta di Livenza.


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Per sette lezioni si è dedicato a loro, da volontario, Andrea De Martin, di Fregona, informatico di professione ma anche pizzaiolo alla Maya di Mansuè.

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“Non avevano nessuna esperienza – racconta-. Abbiamo cominciato dallo zero assoluto, spiegando cosa sono le diverse farine e come avviene la lievitazione”.

Dalla teoria si passa alla pratica, con materiali messi a disposizione dalla Caritas e attrezzature procurate da De Martin.

Fino al gran finale: una famiglia di San Giovanni, che preferisce rimanere anonima, ha messo a disposizione con generosità il proprio forno da pizza, assieme al banco e al giardino, per una cena offerta agli organizzatori del corso. Sui piatti, naturalmente, pizza. Preparata in completa autonomia dai sei allievi, finora neofiti sia di pizza che di cucina, sotto l'occhio vigile di De Martin. Quaranta pizze deliziose.

E' stata una grande soddisfazione: gli studenti si sono impegnati molto, e alla fine sono tutti venuti a ringraziarmi. Li ho visti molto contenti e felici”, dice il volontario.

I sei uomini, però, non potranno  per ora mettere a frutto queste competenze in un posto di lavoro. Per lo meno fino a quando non otterranno eventualmente il permesso di soggiorno in Italia.

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